Colonie estive: occhio a chi lasciate i vostri bambini!
La brutta disavventura che ci è capitata giovedì 1° luglio 2010 sia di esperienza a chi ha intenzione di lasciare i propri figli in mano a colonie estive incompetenti. A noi purtroppo è capitato ma grazie a Dio, io e mia moglie Elena, possiamo ritornare sui nostri passi. Elena lo racconta ancora con fatica perchè oggi è ancora scossa per l’accaduto. Io posso esporre la storia con più tranquillità perchè ero ad Ancona per lavoro e sono venuto a conoscenza di tutto solo dopo che il mio piccolo Emanuele Paolo è ritornato tra le braccia di mia moglie. Ore 11,00 Roberta la titolare della colonia estiva “I tigrotti” della parrocchia di Sant’Agostino di Città Sant’Angelo (Pe) chiama Elena: – “Signora, abbiamo smarrito suo figlio, lo stiamo cercando ma non lo troviamo” – Erano a mare allo stabilimento “Pallino Beach” di Montesilvano (Pe) e in un attimo i ragazzi di questa incompetente colonia hanno smarrito mio figlio Lele di appena 3 anni. Elena insieme ai colleghi di ufficio si sono diretti alla colonia e di qui si sono divisi per cercare il bambino in direzione nord e sud. Posso solo immaginare i sentimenti e i pensieri che sono passati per la testa di mia moglie: – “E se fosse affogato a mare, e se fosse finito in mano a degli zingari male intenzionati??” – Cosa altro puoi immaginare in quegli attimi: solo cose negative. Per farvela breve, dopo due ore e dico due ore di ricerca, la fortuna ha voluto che mio figlio a distanza di 2 km di spiaggia dal Pallino Beach è stato ritrovato agli stabilimenti Tamanaco dalla Delegazione di spiaggia di Montesilvano per mano del Comandante Vincenzo Giordano (Che ringrazio pubblicamente). Il mio bimbo era stato preso in custodia da una famiglia dello stabilimento Tamanaco che si era accorta subito dello smarrimento del mio piccolo. Allertati i carabinieri, questi ultimi hanno chiamato i ragazzi della Delemare di Montesilvano che sono accorsi subito sul posto e hanno riportato tra le braccia spossate dalla fatica di mia moglie, il mio bellissimo Emanuele Paolo. Tutto è finito bene ma ancora oggi mia moglie è affranta dal dolore e di quello che sarebbe potuto succedere a Lele. Per due ore mia moglie ha vissuto uno spavento assurdo provocato dalla leggerezza di presunte colonie estive, messe su senza responsabilità e con molta leggerezza solo ed esclusivamente per guadagnare soldi. I Tigrotti di Città Sant’Angelo (Pescara) della parrocchia di Sant’Agostino e del loro capo Roberta, sono un chiaro esempio di irresponsabilità e inettitudine. Genitori di Città Sant’Angelo non lasciate in mano a questi ragazzi i nostri cari figli!!
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Gentile Signor Garrisi, sono venuto a conoscenza della spiacevole situazione che si è creata tra lei e i ragazzi della colonia estiva “I Tigrotti” perché la notizia è passata velocemente di bocca in bocca. Sono sinceramente dispiaciuto per l’accaduto in quanto immagino che la paura di perdere un figlio sia direttamente proporzionale all’amore che un genitore prova per il proprio figlio, per questo appare chiaro che sua moglie sia ancora traumatizzata. Anche se non sono genitore posso chiaramente capire che l’istinto di protezione verso la persona che è sangue del proprio sangue, specie se è piccolo ed indifeso, è l’istinto più forte che esista e ci porterebbe a sacrificare noi stessi pur di vedere il nostro bambino sano e salvo. Detto ciò la vorrei portare a conoscenza del fatto che in Italia durante la stagione estiva il numero di bambini che si perdono è altissimo, la maggior parte delle volte questi bambini si smarriscono sotto gli occhi dei propri genitori che si sollazzano all’ombra di una palma leggendo giornali di gossip. La situazione è senz’altro spiacevole, la reazione più spontanea è sicuramente quella di puntare il dito contro una persona attribuendole ogni tipo di colpa ma credo che questo atteggiamento non sia affatto giusto dal momento che si va a scavalcare la dignità di un individuo senza avere alcun tipo di rispetto per la persona. Innanzitutto lei sta parlando da una posizione estremamente avvantaggiata rispetto a questi ragazzi perchè è un adulto con esperienze alle spalle e che indubbiamente sa come comportarsi nel mondo, dunque è molto facile da parte sua infangare questi ragazzi alle prime armi nel mondo del lavoro; come seconda cosa la vorrei informare del fatto che gli stessi animatori della colonia estiva organizzano attività parrocchiali durante tutto l’anno, oltre a campeggi durante il periodo invernale ed estivo, e non hanno mai avuto gravi incidenti tali da far perdere loro credibilità o la fiducia da parte dei genitori che affidano loro i propri figli. Il motivo per cui Roberta e gli altri organizzano questa colonia estiva sicuramente non è da ricercare nella brama di arricchirsi anche perché i guadagni sono estremamente bassi e poco soddisfacenti; di certo dietro questi ragazzi c’è una forte passione nel dedicarsi ai più piccoli, nell’insegnare loro qualcosa e nel passare tempo con loro aiutando in questo modo anche genitori super-impegnati che non sanno a chi affidare i propri figli. Ho voluto rispondere al suo articolo per chiederle di evitare tutti questi conflitti inutili: suo figlio che era smarrito è stato ritrovato, i ragazzi che erano responsabili dei bambini si sono presi uno spavento tale da non farli “dormire la notte” e credo fermamente che una situazione del genere non si verifichi più, detto ciò penso che si possa mettere una bella pietra sopra questa storia e andare avanti. Le ripeto che Roberta e gli altri sono molto rispettati e stimati perché, a parte la sua esperienza, non si sono mai verificate situazioni di pericolo per i piccoli che sono stati loro affidati quindi la sua voce sarebbe solamente una contro tante altre che dicono bene dei “Tigrotti” e sono felici di mandare i propri figli alla colonia estiva. Distinti saluti.
@ Lorenzo. Caro Sig. Lorenzo, innanzitutto la saluto e la ringrazio del suo intervento. Sul tema in questione si potrebbe aprire un vasto dibattito: di sicuro sono d’accordo con lei sul fatto di mettere un pietra sopra. Soprattutto vorrei che fosse capace mia moglie che da quel giorno vive una paura spropositata verso i nostri piccoli. Io dico fortunatamente (ma fortuna non è) non ho vissuto quella paura in diretta ma voglio sforzarmi e cercare di provare quello che ha provato mia moglie Elena nell’attimo in cui Roberta le ha comunicato al cellulare che non trovavano più mio figlio, negli attimi in cui cercavano nel marasma di gente in spiaggia, nel momento in cui gli occhi si perdevano in acqua, nei momenti in cui la voce tremula e senza forze chiamava il nome del mio bambino: penso solo che sia stato un momento lacerante. Lorenzo, l’attenzione che devono porre questi ragazzi verso i nostri figli non ha margini di tolleranza. In Italia e nel mondo se ne sentono tante e gli occhi di questi tutori devono essere vigili e attenti, costantemente e assiduamente! Roberta ha sbagliato e anche se non lei direttamente ha sbagliato nella scelta dei suoi collaboratori e oggi sono felice di parlarne così solo affinchè altre persone possano riflettere sull’accaduto e basta. Lasci passare la nostra rabbia, la ferita è ancora fresca. Ringrazio Dio che tutto sia finito bene ma il pensiero di quello che potevamo vivere è troppo forte, troppo attuale, troppo terribile!! Un saluto.
Caro Sig. Paolo la ringrazio per aver dedicato del tempo a leggere il mio commento e per avermi risposto. Conosco bene la paura dello smarrimento di una bambino perchè l’ho vissuta sulla mia pelle quando mio fratello aveva 3 anni; spero che lei riesca a dare il coraggio a sua moglie di superare questo trauma e tornare a vivere una vita serena. Se mi posso permettere di darle un consiglio non si sforzi di provare quello che ha provato sua moglie ma le dia la forza di andare avanti. Un caro saluto.
@ Lorenzo. Scrivere e leggere commenti sui miei siti e sui social network su quello che è accaduto è il minimo rispetto a quello che poteva capitare. Non è successo niente, ok va bene!! Ma è giusto parlarne e informare, per quel che mi è concesso, la gente che mi vuole bene e mi segue sul web! Ciao Lorenzo!
Credo che tu faccia bene a raccontare la tua esperienza e ad informare le persone che ti conoscono. D’altro canto è giusto anche che chi legge possa dissentire e avere un’opinione differente (mi riferisco al contesto, non al fatto in sé per sé). Ciao!