Flottiglia Sumud: 40 italiani, Greta Thunberg a bordo

Flottiglia Sumud: 40 italiani, Greta Thunberg a bordo

Il Global Sumud Flotilla è stata fermata dalle forze navali israeliane a circa 70-80 miglia nautiche dalla costa di Gaza lo scorso 2 ottobre 2025, con la detenzione di quaranta attivisti italiani e la presenza a bordo della celebre Greta Thunberg, attivista climatica svedese. L’operazione, condotta dall'Israeli Defense Forces, ha suscitato una serie di reazioni in Italia e una nuova ondata di discussioni sul blocco marittimo di Gaza.

Contesto e obiettivi della Flottiglia

La flottiglia era composta da 47 imbarcazioni – 44 barche di vario tipo e 13 unità più piccole – che trasportavano circa 100 attivisti provenienti da diversi Paesi. Tra questi, quaranta erano cittadini italiani, appartenenti a gruppi come l'USB (Unione Sindacale di Base) e la CGIL (Confederazione Generale Italiana del Lavoro). Lo scopo dichiarato era consegnare aiuti umanitari alla popolazione di Gaza e protestare contro le operazioni militari israeliane.

Secondo gli organizzatori, il blocco navale imposto da Israele violerebbe il diritto internazionale e ostacolerebbe l’arrivo di cibo, medicine e materiale medico. Il nome "Sumud" richiama la resistenza palestinese, mentre la scelta di includere Greta Thunberg mirava a dare visibilità globale alla causa climatica e umanitaria.

Intercettazione da parte delle forze israeliane

Alle ore 13:30 GMT, l'Israeli Navy ha ordinato alla flottiglia di deviare il percorso verso porti sicuri al di fuori della zona di Gaza. Gli attivisti hanno rifiutato, sostenendo che la consegna tramite terzi avrebbe diminuito l’efficacia dell’assistenza.

L’operazione di blocco ha visto l’arresto di circa 40 dei 47 veicoli: 13 barche sono state fermate immediatamente, mentre altre 30 hanno continuato a navigare ma non hanno mai raggiunto acque controllate da Israele, secondo le dichiarazioni ufficiali dell’IDF. Una delle imbarcazioni, la "Mikeno", ha misteriosamente perso il contatto con gli organizzatori, alimentando ulteriore confusione sull’esito dell’intercettazione.

Gli attivisti detenuti sono stati trasferiti al porto di Ashdod, dove le autorità hanno avviato le procedure di espulsione. La Foreign Ministry israeliana ha pubblicato su X (ex‑Twitter) che "Greta e i suoi amici sono al sicuro".

Reazioni in Italia

Il governo italiano, guidato dalla prima ministra Giorgia Meloni, ha condannato l’azione definendola "inutile per il popolo palestinese e pericolosa per i cittadini italiani". In una conferenza stampa, Meloni ha affermato: "Tutto questo non porta alcun beneficio al popolo palestinese, ma causerà molti problemi al popolo italiano".

Le organizzazioni sindacali non hanno tardato a rispondere. La CGIL ha annunciato uno sciopero generale per il 3 ottobre 2025, mentre l’USB ha pianificato manifestazioni a Roma, Milano e Napoli, chiedendo il rilascio immediato dei detenuti e una revisione della politica italiana verso il conflitto in Medio Oriente.

Le strade di numerose città hanno ospitato migliaia di manifestanti: striscioni con la foto di Greta, cartelli contro il blocco israeliano e slogan come "Solidarietà con Gaza" hanno caratterizzato le proteste. Alcuni hanno accusato il governo di essersi schierato con Israele a scapito dei valori umanitari italiani.

Impatti geopolitici e prospettive future

L’incidente riaccende il dibattito internazionale sul diritto di consegnare aiuti umanitari via mare in zone di conflitto. Organizzazioni come l’ONU hanno ribadito la necessità di garantire l’accesso umanitario, ma Israele mantiene che qualsiasi flotta non autorizzata rappresenti un rischio per la sicurezza.

Nel frattempo, le autorità israeliane hanno dichiarato la conclusione della "provocazione" della flottiglia, mentre gli attivisti hanno promesso di organizzare una seconda iniziativa entro pochi mesi, potenzialmente con una rotta alternativa attraverso Cipro.

Per l’Italia, la questione potrebbe influire sulle relazioni diplomatiche con Israele e sui rapporti commerciali legati al settore della difesa. Inoltre, la pressione interna esercitata dai sindacati potrebbe spingere il governo a rivedere la sua posizione di supporto logistico a Israele, soprattutto se le proteste continuassero a coinvolgere un ampio spettro della popolazione.

Il caso della Flottiglia Sumud dimostra quanto le azioni di un piccolo gruppo di attivisti possano generare ripercussioni a livello nazionale e internazionale, trasformando una semplice operazione di soccorso in un vero e proprio nodo diplomatico.

Domande frequenti

Qual è stato il vero scopo della Flottiglia Sumud?

Gli organizzatori hanno dichiarato di voler portare aiuti umanitari – cibo, farmaci e materiali sanitari – direttamente nella Striscia di Gaza, oltre a protestare contro il blocco navale israeliano, ritenuto illegittimo dal diritto internazionale.

Perché Greta Thunberg ha partecipato alla missione?

Greta ha voluto collegare la crisi umanitaria di Gaza al cambiamento climatico, sottolineando come le emergenze ambientali e quelle umanitarie si intreccino, e ha ritenuto che la sua visibilità potesse attirare maggior attenzione internazionale.

Quali sono le conseguenze per gli attivisti italiani arrestati?

Gli arrestati sono stati portati al porto di Ashdod, dove le autorità hanno avviato le pratiche di espulsione. Alcuni rischiano la detenzione prolungata fino a quando non verrà concessa la libertà di rientro in Italia, con possibili restrizioni di viaggio future.

Come hanno reagito i sindacati italiani?

La CGIL ha indetto uno sciopero generale per il 3 ottobre 2025, mentre l'USB ha organizzato manifestazioni in diverse città, chiedendo il rilascio immediato dei detenuti e una revisione della politica italiana verso il conflitto in Medio Oriente.

Che impatto avrà l’incidente sulle relazioni Italia‑Israele?

Le tensioni potrebbero aumentare, soprattutto se il governo italiano dovesse subire pressioni interne per modificare la sua linea di supporto a Israele. Si prevedono discussioni diplomatiche sui futuri accordi di cooperazione e su possibili concessioni relative alla questione umanitaria di Gaza.