Incendio sulla Empress sul Nilo: 80 italiani salvi, cortocircuito nelle cucine

Incendio sulla Empress sul Nilo: 80 italiani salvi, cortocircuito nelle cucine

Un incendio violento ha devastato la nave da crociera Empress lunedì 28 ottobre 2025 alle 19:00, mentre era ormeggiata nel porto turistico di Asfun, un villaggio a 60 km a sud di Luxor, in Egitto. A bordo, 220 passeggeri tra cui 60-80 italiani — molti dei quali provenienti dalla provincia di Casale Monferrato — sono stati evacuati in pochi minuti, senza perdite umane. La causa? Un cortocircuito elettrico nelle cucine, secondo le prime ricostruzioni di Corsini Travels e Travco Tours, i due tour operator italiani che avevano organizzato i viaggi. La nave, una delle più note sul Nilo, è stata rapidamente spinta verso riva, e i passeggeri hanno lasciato l’imbarcazione attraverso le uscite di emergenza. Tre membri dell’equipaggio egiziano sono rimasti feriti e trasportati in ospedale. Ma per gli italiani, la fortuna ha voluto che nessuno restasse bloccato. Eppure, hanno perso tutto: documenti, vestiti, telefoni. Rimasti a bordo, come se fossero stati dimenticati in una scena da film. "Siamo vivi, ma senza niente", ha detto una turista di Alessandria, in un messaggio inviato alla Farnesina.

Il caos a bordo: allarme, fumo e calma apparente

L’incendio è scoppiato nel ponte inferiore, dove si trovano le cucine e i sistemi di riscaldamento. Le fiamme, alimentate da grassi e cavi obsoleti, si sono propagate in meno di cinque minuti. "Era come un fuoco d’artificio che non si spegneva", ha raccontato un passeggero a Corriere della Sera. Il personale di bordo, addestrato a gestire emergenze, ha attivato l’allarme e guidato i turisti verso i ponti superiori. La nave, non in movimento ma ancora attraccata, è stata spinta lentamente verso la riva da piloti locali. "Non c’è stato panico. C’era un silenzio strano, come se tutti sapessero che dovevano muoversi senza gridare", ha aggiunto un turista di Bologna. I vigili del fuoco egiziani sono arrivati in 12 minuti, con quattro autobotti e una squadra di soccorso acquatico. Hanno domato le fiamme in 47 minuti, evitando che il rogo si estendesse alle aree di alloggio o ai serbatoi del carburante.

Chi erano gli italiani a bordo?

Gli 80 turisti italiani erano divisi tra due gruppi: 48 a bordo di un pacchetto organizzato da Corsini Viaggi, e 32 da Travco Tours. I primi sono stati trasferiti in poche ore sulla Nile Crown, un’altra nave della stessa flotta, ancorata a 10 km di distanza. Gli altri hanno dovuto aspettare fino alle 23:00, dormendo su panche di legno al porto di Esna, mentre l’ambasciata italiana inviava cibo, acqua e coperte. "Non abbiamo mai pensato che una crociera sul Nilo potesse diventare un incubo", ha detto una madre di tre figli di Casale Monferrato, che ha perso il passaporto e la fotocamera con le foto dell’ultimo giorno a Karnak. "Ora abbiamo solo i vestiti che indossavamo. Ma siamo vivi. E questo conta".

La risposta della Farnesina e il ruolo del console

Il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani è stato informato entro 20 minuti dall’incidente. La Farnesina ha attivato il centro di crisi, coordinando con l’ambasciata a Cairo e il console onorario a Luxor. "I nostri connazionali sono in buone condizioni fisiche, ma psicologicamente provati", ha dichiarato un portavoce. Il console italiano ha lasciato Il Cairo già martedì mattina, con un team di assistenza e un’auto blindata per raggiungere Esna. "Non possiamo permettere che un turista italiano si senta abbandonato. Siamo lì, anche se la nave brucia", ha detto in un’intervista radiofonica. La Farnesina ha anche avviato un fondo di emergenza per coprire spese immediate: alloggi, voli di ritorno, documenti sostitutivi.

Perché succede proprio qui?

Le crociere sul Nilo sono state a lungo considerate tra le più sicure del mondo: lente, tranquille, con equipaggi esperti e controlli rigidi. Ma negli ultimi anni, la riduzione del turismo a causa dell’instabilità nel Medio Oriente ha spinto alcune compagnie a tagliare i costi. "Sono rimaste in servizio navi con 20 anni di vita, elettricità non aggiornata, cucine che non vengono ispezionate da tre anni", ha spiegato un ex ispettore della Marina egiziana, in condizione di anonimato. Il rogo dell’Empress non è un caso isolato: nel 2022, una nave simile a Luxor ha avuto un incendio nel sistema di ventilazione, ma senza feriti. Quell’episodio fu coperto dai media locali. Questo no. Forse perché stavolta c’erano troppi italiani.

Cosa succede ora?

I passeggeri italiani saranno rimpatriati nei prossimi tre giorni. Corsini Viaggi ha già prenotato voli da Luxor a Roma e Milano, con scalo a Il Cairo. Travco Tours ha offerto un rimborso completo e un viaggio gratuito l’anno prossimo. Ma la domanda che tutti si fanno è: chi risponderà per i beni persi? L’assicurazione viaggio copre solo fino a 2.500 euro per oggetti personali — una cifra irrisoria per chi ha perso un anello di famiglia o un album di foto di un viaggio di nozze. E intanto, la Empress resta ancorata a Esna, un relitto fumante sotto il sole del deserto. Le autorità egiziane hanno avviato un’indagine. Ma nessuno sa ancora se si tratta di negligenza, di corruzione, o semplicemente di sfortuna.

Il turismo sul Nilo: un sogno che si fa più fragile

Prima della pandemia, oltre 300.000 italiani visitavano l’Egitto ogni anno, di cui il 60% sceglieva il Nilo. Oggi, sono meno di 120.000. Il prezzo basso — crociere da 800 euro — ha attirato molti, ma ha anche portato a una corsa al ribasso nella sicurezza. "I tour operator italiani cercano di offrire il prezzo più basso, e le compagnie egiziane rispondono con navi più vecchie, personale meno pagato, controlli più deboli", ha detto un analista del settore turistico a TGCOM24. L’incendio dell’Empress potrebbe essere il campanello d’allarme che il settore ha ignorato troppo a lungo. Per ora, la Farnesina ha consigliato di rimandare i viaggi sul Nilo. Ma molti, come quella famiglia di Casale, torneranno. "L’Egitto non è pericoloso. È solo, a volte, trascurato".

Frequently Asked Questions

Come mai non ci sono state vittime tra gli italiani?

L’evacuazione è stata rapida grazie al personale di bordo, che ha attivato subito l’allarme e guidato i passeggeri verso i ponti superiori. La nave era ormeggiata, non in navigazione, e le uscite di emergenza erano accessibili. Inoltre, i turisti italiani erano concentrati in aree vicine alle scale di sicurezza, e non nei ponti più bassi dove è divampato l’incendio. La tempestività dell’intervento egiziano ha fatto la differenza.

Chi è responsabile dell’incendio e cosa succederà alla nave Empress?

L’indagine è in corso, ma le prime prove puntano a un cortocircuito in un elettrodomestico delle cucine, forse un forno o un frigorifero datato. La nave, di proprietà di una compagnia egiziana, è stata sospesa dal servizio. Le autorità locali potrebbero chiuderla definitivamente se si accerta negligenza manutentiva. I tour operator italiani stanno valutando azioni legali contro la compagnia di navigazione per danni e mancata sicurezza.

Gli italiani possono recuperare i loro oggetti personali?

Sì, ma con difficoltà. Corsini Viaggi ha inviato un team tecnico a Esna per cercare di recuperare bagagli e documenti rimasti a bordo, ma l’area è ancora inaccessibile a causa dei residui di fumo e delle strutture danneggiate. I turisti potranno richiedere un rimborso fino a 2.500 euro tramite l’assicurazione viaggio, ma per oggetti di valore (gioielli, fotografie, documenti storici) non c’è copertura. La Farnesina sta lavorando per rilasciare documenti di identità d’emergenza.

La Farnesina ha già preso misure per evitare altri incidenti?

Sì. La Farnesina ha inviato una nota ufficiale ai tour operator italiani, chiedendo di verificare la sicurezza delle navi prima di prenotare pacchetti. Inoltre, sta collaborando con le autorità egiziane per introdurre controlli più rigorosi sulle flotte turistiche sul Nilo. A breve, verrà pubblicata una lista bianca delle navi certificate per la sicurezza, con etichette visibili sui siti dei tour operator.