Morto Sir Alan Parker, regista di "Midnight Express", a 76 anni

Morto Sir Alan Parker, regista di "Midnight Express", a 76 anni

Quando Sir Alan Parker, regista britannico, è deceduto a London il 31 luglio 2020, l'industria cinematografica ha perso una delle sue voci più influenti. Nato il 14 febbraio 1944 a Islington, la sua carriera ha attraversato pubblicità, rock‑opera e film di denuncia, lasciando un'impronta indelebile sul grande schermo. Il suo ultimo saluto, confermato dal British Film Institute, è arrivato da una famiglia che ha voluto preservare la sua memoria intatta.

Da copywriter a regista di culto

Gli inizi di Parker sono stati poco glamour: negli anni ’60 lavorava come copywriter per l’agenzia pubblicitaria Collett Dickenson Pearce. Qui ha affinato l’arte di raccontare storie in pochi secondi, una capacità che più tardi trasformerà in sequenze lunghe e potenti. Il salto nel cinema avvenne con Bugsy Malone (1976), un musical per ragazzi che, tradotto in italiano, è conosciuto come "Piccoli Gangsters". Nonostante il tono giocoso, il film mostrava già la predilezione di Parker per la musica come motore narrativo.

Successi internazionali e riconoscimenti

Il vero spartiacque arrivò nel 1978 con Midnight Express, basato sull'esperienza reale di Billy Hayes, imprigionato in Turchia per possesso di droga. Il film non solo incassò più di 40 milioni di dollari negli USA, ma vinse il Golden Globe come miglior dramma e gli procurò una nomination all’Oscar per la migliore regia. Due anni dopo, Fame (1980) lo consacrò come maestro dei musical, mentre The Wall (1982) dimostrò che Parker sapeva trasformare un album in un’opera cinematografica, facendo cantare il pubblico anche senza parole.

Altro momento cruciale fu Mississippi Burning (1988), che gli procurò la seconda nomination all’Oscar per la regia. In totale, i suoi film hanno raccolto 10 premi Oscar e 19 BAFTA, un record per un regista britannico dell’epoca. Nel 1995 la regina Elisabetta II lo nominò CBE, e otto anni dopo fu insignito del titolo di cavaliere, diventando Sir Alan Parker.

Ruolo istituzionale e impegno per il cinema britannico

Ruolo istituzionale e impegno per il cinema britannico

Oltre alle pellicole, Parker ha dedicato gran parte della sua vita al sostegno della produzione locale. Fu presidente del British Film Institute e successivamente della U.K. Film Council. In quelle cariche ha promosso fondi per giovani registi e l’introduzione di quote per film indipendenti nei cinema nazionali. Il suo amico più caro, il produttore David Puttnam, ha dichiarato: "Alan era un combattente per il cinema britannico; ogni decisione sua era pensata per dare voce a chi non la aveva".

Le testimonianze di colleghi e critici

Nel corso di un’intervista con il critico britannico Geoff Andrew, Parker è stato definito un "raccontatore naturale" capace di fondere "illuminazione drammatica" e "simpatia per l’outsider". Anche registi di fama mondiale hanno espresso il loro rispetto. Stanley Kubrick, Francis Ford Coppola e John Schlesinger lo avevano nominato per l’adesione al Directors Guild of America, segno della sua stima tra i più grandi del settore.

Il figlio Nathan Parker, sceneggiatore premiato, ricorda: "Mio padre mi ha sempre detto che, se non hai qualcosa da dire, non dovresti fare il regista. Le sue parole mi hanno guidato anche quando ho scritto per altri".

Cosa lascia in eredità il maestro del racconto visivo

Cosa lascia in eredità il maestro del racconto visivo

Oggi, giovani registi che visitano le aule del British Film Institute ascoltano ancora i consigli di Parker: "Se non hai qualcosa da dire, non alzare la macchina da presa". Il suo approccio, che metteva la narrazione al di sopra della tecnologia, risuona ancora nell’era del digitale. Film come The Commitments (1991) o Evita (1996) mostrano come abbia sempre voluto unire musica e storia per creare emozioni universali.

Con la sua scomparsa, il mondo del cinema perde non solo un regista premiato, ma anche un ambasciatore della cultura britannica. Le sue opere continueranno a essere studiate nei corsi di cinema, i suoi consigli rimarranno nei cuori degli aspiranti registi, e il suo spirito di lotta per la giustizia sociale riecheggerà nei futuri film che sceglieranno di raccontare le storie degli emarginati.

Domande frequenti

Qual è stato il contributo più importante di Alan Parker al cinema britannico?

Parker ha unito la narrativa sociale ai musical, dimostrando che il cinema può intrattenere e al tempo stesso denunciare ingiustizie. Grazie al suo ruolo al BFI, ha inoltre favorito la nascita di numerosi progetti indipendenti, garantendo finanziamenti e spazi espositivi a giovani registi.

Perché "Midnight Express" è considerato il film che ha lanciato la carriera di Parker?

Il film ha vinto il Golden Globe e ha ricevuto una nomination all’Oscar per la regia, portando Parker al centro della scena internazionale. La sua capacità di trasformare una storia vera in un thriller coinvolgente ha mostrato il suo talento per la tensione drammatica.

Quali premi importanti ha ricevuto Alan Parker durante la sua carriera?

Tra i riconoscimenti più celebri ci sono 10 Oscar (come film premiati), 19 premi BAFTA, il Golden Globe per "Midnight Express" nel 1979, la nomina a CBE nel 1995 e il titolo di cavaliere nel 2002 conferito dalla regina Elisabetta II.

Come ha influito la morte di Alan Parker sul panorama cinematografico attuale?

La scomparsa di Parker lascia un vuoto nella mentorship per le nuove generazioni. Tuttavia, la sua eredità vive nei programmi di formazione del BFI e nei film che continuano a ispirarsi al suo stile, soprattutto nella fusione fra musica e narrazione sociale.

Chi erano i membri della famiglia di Alan Parker al momento della sua morte?

Al momento del decesso, Parker era sposato con la produttrice Lisa Moran. Era padre di cinque figli – Lucy, Alexander, Jake, Nathan e Henry – e aveva sette nipoti.